Una tomba per le lucciole è uno dei film più maturi prodotti dallo Studio Ghibli, nonché uno dei più brutali. Racconta infatti le sofferenze di due fratelli rimasti soli durante e immediatamente dopo la seconda guerra mondiale. Sebbene non sia il primo film d’animazione che vedo al riguardo, e nemmeno il più violento, la visione è stata comunque un’esperienza dolorosa, ma proficua.
Il
film non censura nulla, nemmeno i dettagli più spaventosi e strazianti,
rappresentando esattamente la realtà. I protagonisti sono abbandonati da tutti,
non solo dalla famiglia (i genitori sono morti e gli altri familiari non si
curano di loro), ma anche dal mondo in generale. Ognuno, infatti, temendo per
la propria sopravvivenza, concentra tutta la propria energia nella propria
salvezza e non può occuparsi anche delle persone che lo circondano,
atteggiamento naturale in una situazione di pericolo come la guerra, ma che non
fa che aumentare le sofferenze degli indifesi. In questo caso, infatti, il
fratello maggiore, Seita, lotta fino alla fine per salvare la sorellina,
Setsuko, ma questo non basta: la storia finisce, come è avvenuto per molte
vicende simili e reali, con la morte di entrambi (preceduta da un decadimento
fisico e mentale minuziosamente descritto). Il vero nemico è la fame, che non
viene spesso presa in considerazione nei racconti di guerra – che generalmente
si concentrano maggiormente sulla violenza diretta – ma è particolarmente
subdola e dolorosa, perché persiste anche una volta cessate le ostilità e
colpisce per primi i membri più fragili dell’umanità, come, appunto, i bambini.
L’intero film è una lunga agonia che trasmette con le immagini (il disegno,
peraltro, è molto più realistico della media), le parole e semplicemente la
regia la lenta distruzione di vite che non hanno potuto godere della serenità
nemmeno nell’infanzia. L’unico raggio di luce è l’amore che i due fratelli
provano l’uno per l’altro, ma neanche questo può salvarli dall’orribile verità
in cui sono costretti a vivere.
Come in tutte le guerre, è l’innocenza a morire per prima, spegnendosi lentamente come una lucciola o come la piccola Setsuko. Resta solo una speranza, quella di una nuova pace forgiata dall’amore, nella vita o – in questo caso – nella morte.
Come in tutte le guerre, è l’innocenza a morire per prima, spegnendosi lentamente come una lucciola o come la piccola Setsuko. Resta solo una speranza, quella di una nuova pace forgiata dall’amore, nella vita o – in questo caso – nella morte.
Sofia
2 maggio 2020
2 maggio 2020
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