domenica 28 giugno 2020

#diariodelgiorno 21 Chissà dove portano le finestre che si aprono sul nulla




Chissà dove portano le finestre che si aprono sul nulla,
se dietro ci sia un paesaggio di benedizione, anche se intorno pare solo rovina e distruzione e dimenticanza ciò che contorna;
aperta finestra
chissà se come ogni porta è apertura anch'essa consenta voli di rondini, fughe improvvise, salti di giovani, planare di gufi e civette e
passaggio di lucenti, luminose lucciole
che ti ricordano di non pesare i doni
e se hai chiesto qualcosa
sapevi
che il senso della risposta ti è sempre
imponderabile

M

giovedì 25 giugno 2020

#diariodelgiorno 18 Il passo della vita

Che passo ha la nostra vita?

Le parole di Francesco (santo) :
Lascia un pezzettino di orto senza farci nulla, così che anche Dio possa fare qualcosa accanto a te.

Le parole di Francesco (papa) :

E anche la vita nostra può essere così, quando le mie fondamenta non sono forti. Viene la tempesta – e tutti noi abbiamo tempeste nella vita, tutti, dal Papa all’ultimo, tutti – e non siamo capaci di resistere. E tanti dicono: “No, io cambierò vita” e pensano che cambiare vita sia truccarsi. Cambiare vita è andare a cambiare i fondamenti della vita, cioè mettere la roccia che è Gesù. 
(S. Marta, 5 dicembre 2019)

Wolfgang Fassner di Romena
(sui Sette passi)



I miei passi, Fiorella Mannoia

mercoledì 24 giugno 2020

#diariodelgiorno 17 Ulisse

C'è a Forlì una bella  mostra su Ulisse.
Ora, non è che io sia mai stata una sua grande fan. Avrebbe potuto spicciarsi un po' di più a tornare a casa, e poi quel codazzo di donne sedotte e abbandonate...Insomma, non è mai stato il mio topos d'uomo da ammirare e magari amare.
Però poi c'è stato Dante, e visto attraverso gli occhi di Dante già assumeva un'aura più intrigante.
Poi c'è stato Alekos, con una nuova Itaca.
Poi c'è stata la vita, e anche io non sono tornata subito dove dovevo, tante volte. Anche io tante volte ho voluto sentire, provare, vedere a tutti i costi.
Ci si avvicina anche ai lontani.

**

La mostra è bella, andatela a visitare!



**


Ulisse in Dante, Saba, Kavafis da L'ottavo




Quando sbarcasti a Itaca
che tristezza avrai provato, Ulisse!
Altra vita avevi dinanzi
perché arrivare tanto presto?

Senza più scopo restavi
da grande diventavi piccolo
"Se Itaca fosse più lontana"
credo che tu mormorassi
e una nuova Itaca non volesti cercare
per paura di giungere
anche là troppo presto

Dovevi cercare all'inizio
un'Itaca tutta diversa
un'Itaca bella e lontana
che a raggiungerla
non ci prova un uomo soltanto

Questa non era la tua
perché tu solo la desideravi
Se fu vista da tanti così bella
il merito è d'Omero


Alekos Panagulis

martedì 23 giugno 2020

#diariodelgiorno 16 Strategie per contrastare l'odio, di Beniamino Sidoti




Il discorso d'odio è forte, coinvolgente, pervasivo, strutturato, organizzato e sembra spesso vincente. Ma ci sono strategie per batterlo, per spezzarlo, o anche solo per farlo tacere e riuscire a respirare un po'.

Di queste strategie parlano bene alcune pagine, come Strategie per contrastare l'odio, presente su Facebook, da cui il creatore ha tratto un libro con lo stesso titolo.




Riporto qui il link al colloquio con Beniamino Sidoti, creatore di Strategie, svoltosi pochi giorni fa al Festival Mare di libri di Rimini (evento numero 12 nella pagina di Mare di libri con la biografia di Sidoti) e un arrangiamento particolare di Toxicity, che in altro contesto mostra una delle strategie più intelligenti tra quelle proposte: cambiare radicalmente la modalità del dialogo, o meglio il suo passo, spezzando i circoli viziosi che non consentono immedesimazione, rallentando e consentendo una disintossicazione.

Beniamino Sidoti a Mare di Libri

System of a down - Toxicity - Medieval Style

Alcune citazioni dall'intervento di Beniamino Sidoti, annotate velocemente e per questo senza virgolette: le trovate intere, complete e corrette nel suo discorso, dove potete assaporare il senso profondo di ciò che sta facendo.

Quando si subisce un attacco, si può reagire non prendendosela.
L'arma più efficace è la gentilezza.
Ci sono anche altre emozioni: empatia, solidarietà, divertimento, gioia, speranza.
Pensiamo a Bebe Vio: hanno provato ad attaccarla con discorsi d'odio, ma l'odio le scivola addosso.
Stiamo difendendo il nostro luogo se manteniamo pulito lo spazio di parola, se attuiamo una discussione in cui si esce in maniera sana.
Se un messaggio altrui ci offende, ci butta fuori, abbiamo il dovere di reagire, e non c'è solo il silenzio: la reazione può essere in tanti modi. Possiamo rispondere stando lì e non accettando il fatto che la comunicazione sia una battaglia; la comunicazione è un bene comune, il luogo in cui stiamo per prendere decisioni comuni. Possiamo stare non attaccando, ma dicendo no.
Coltivare la gratitudine.
L'odio è un coagulante veloce, si consuma in fretta, c'è subito bisogno di un nuovo bersaglio.
Dipende da qual è l'unità di misura.
L'odio è esistito da sempre, ma non ci è arrivata nessuna grande opera d'odio, perché è un fuoco di paglia.
Il passo veloce può essere qualcosa che non fa bene, bisogna disintossicarsi dall'odio. Rallentare il passo consente di vedere le persone.
Le storie rallentano perché ci permettono di immedesimarci con un altro.
Uscire dal pericolo della storia unica.
Un altro antidoto è la bellezza, che è un passo di lato, ci dà uno sguardo più ampio, consente di allargare l'inquadratura e vedere lo sguardo di chi è lì.


E inoltre, per chi ha Facebook, i Giochilli di Beniamino Sidoti sono tra le cose più divertenti del mondo!
Perciò grazie per tutto, Beniamino Sidoti.

#parolamia Prendersi cura l'uno dell'altro, di Angela


Il tema principale di questa bellissima storia è l’amicizia nata tra “diversi”, ossia quella tra Arrietty, un essere minuscolo e Sho, ragazzo malato di cuore in attesa di trapianto.
Ciò che dà forza alla loro amicizia è il fatto che entrambi, anche se in modi differenti, sono degli emarginati rispetto a tutto il resto della società.
Lei e i suoi genitori vivono con gli scarti di chi abita nella casa sopra e vengono trattati come dei topi; lui, invece, è sempre solo poiché è messo sempre sotto una campana di vetro come un oggetto prezioso e delicato.
Queste anime belle, l’una con la paura di morire e l’altra con quella che la sua specie  si estingua, si prendono cura l’uno dell’altra dandosi per quanto possibile una mano e diventando un’anima unica, capace di superare tutti gli ostacoli.

Sho ad Arrietty insegnerà a fidarsi, a non avere paura degli esseri umani, le donerà “la sua altezza e la sua protezione”; la ragazzina, invece, gli darà la sua voglia di vivere, il suo coraggio di esplorare il mondo, anche quando fa paura.

Angela


11 maggio 2020


lunedì 22 giugno 2020

#diariodelgiorno 15 Ciò che perdiamo quando perdiamo

C'è stato un momento
in cui mi sono persa.
Ho perso tutto quello che avevo
attaccato alla schiena
i vecchi paradigmi
forme
maschere
vergogna
senso di colpa
costumi
e le regole.

Ho perso ore e orologio
calendario e aspettative
le speranze e le certezze.
Ho perso tutto ciò che era
tutte le inutili attese
tutto quello che avevo cercato
tutto quello per cui avevo camminato
e tutto ciò che è avevo lasciato
sul ciglio della strada.

E così, nel perdere tutto
ho anche perso la paura
la paura di infrangere le regole
e le autocritiche feroci
la paura della morte
e la paura della vita
la paura di perdersi
e la paura di perdere

E completamente nuda
priva della vecchia pelle
ho trovato un cuore
che vibra dentro ogni poro
del mio essere
un profondo tamburo
fatto di argilla
stelle e radici
il suo eco dentro di me
è la voce della Vecchia Donna

Fu allora che ricordai
battito dopo battito
che ero viva
eternamente viva
che ero libera
coraggiosamente libera.

Hermana Águila
“Perdersi per ritrovarsi”





domenica 21 giugno 2020

#diariodelgiorno 14 Valete molto più di molti passeri!



Oggi è un giorno speciale, perché il vangelo di oggi ha un brano che mi porto nel cuore.

Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
Mt 10,29-31


Opera di Giovanni Poggeschi


Letture del 21 giugno 2020 e commento

Il commento alle letture ha alcune riflessioni interessanti, come anche trovo straordinariamente balsamico che siano riportati i santi del giorno non solo della Chiesa Cattolica, ma delle Chiese...
E così alla fine del sussidio troviamo San Serafino di Sarov: «Acquista la pace interiore e migliaia intorno a te troveranno salvezza».

Un altro commento trovato questa mattina e molto bello, anche se un po' tecnico nella prima parte, è questo.

Commento di Padre Mela da Settimana news xii-annum-dalle-terrazze

Da esso traggo queste parole.

'Geremia si sbarazza della tentazione di farsi vendetta da solo, con l’omicidio o altri mezzi. Toglie il peso dal suo cuore e lo mette nel cuore di Dio. La sua “vendetta” sarà “giusta”. YHWH saprà ristabilire la verità delle cose, non necessariamente uccidendo le persone o punendole direttamente'.

Spero che riusciamo davvero a depositare questo peso in Dio, il peso della vendetta, cui rinunciamo e che affidiamo a lui. Così siamo liberi. E questo si collega a un'altra citazione che amo molto, da Dietrich Bonhoeffer: 'Solo se l' ira e la vendetta di Dio contro i suoi nemici restano realtà valide, qualcosa del perdono e dell'amore verso i nemici può toccare il nostro cuore.' (Resistenza e resa, Lettera ad Eberhard Bethge del 5 dicembre 1943).



sabato 20 giugno 2020

#diariodelgiorno 13 Il tempo e lo stare davanti alla morte

Oggi, una poesia sul tempo e il link a un articolo di Famiglia cristiana, con un dialogo in cui Monsignor Derio Olivero racconta il suo essere stato davanti alla morte e come questo si rifletta nella sua visione della Chiesa.

Illustrazione di Anita Barghigiani dal sito Bologna Children Book Fair


Non ti auguro un dono qualsiasi,
ti auguro soltanto quello che i più non hanno.
Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere;
se lo impiegherai bene potrai ricavarne qualcosa.
Ti auguro tempo, per il tuo fare e il tuo pensare,
non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri.
Ti auguro tempo, non per affrettarti a correre,
ma tempo per essere contento.
Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo,
ti auguro tempo perché te ne resti:
tempo per stupirti e tempo per fidarti e non soltanto per guadarlo sull’orologio.
Ti auguro tempo per guardare le stelle
e tempo per crescere, per maturare.
Ti auguro tempo per sperare nuovamente e per amare.
Non ha più senso rimandare.
Ti auguro tempo per trovare te stesso,
per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono.
Ti auguro tempo anche per perdonare.
Ti auguro di avere tempo, tempo per la vita.

venerdì 19 giugno 2020

#diariodelgiorno 12 Il potere, o di ciò che non si deve usare



L'essenza del potere e delle dinamiche di potere è qualcosa di sfuggente e molto meno afferrabile di quanto sembri a prima vista.

È in particolare complesso capire come si possa declinare una gestione femminile del potere che non sia lo scimmiottare le modalità tipicamente maschili del suo uso.

Alcuni stimoli per un discorso sul potere.

**

Il potere logora.

Il potere logora chi non ce l'ha.

Quando hai il potere, la cosa più saggia che puoi fare è usarlo il meno possibile.

Il potere è uno scherzo, un'invenzione; il potere risiede dove gli uomini credono che il potere risieda.

Non avete il potere di far cadere neanche un vostro capello.

Non ho voluto quell'incarico; sapevo il pericolo a cui quel tipo di potere poteva portarmi.

Non ci sono poteri buoni.

Non esiste bene e male... esiste solo il potere e chi è troppo debole per usarlo!

Esiste un solo signore dell'anello, solo uno può piegarlo alla sua volontà ed egli non divide il potere!

Il potere non è mai stato dell'oracolo, il potere è sempre stato dei preti, anche se hanno dovuto inventare l'oracolo.

Da un grande potere, derivano grandi responsabilità.

È normale temere quello che non si riesce a capire. Imparerai a controllare i tuoi poteri, e quando ci riuscirai, non temerai più niente!

Quasi tutte le persone sono in grado di resistere alle avversità, ma se vuoi testare davvero il carattere di un uomo, dagli il potere.

Il giorno in cui il potere dell’amore supererà l’amore per il potere il mondo potrà scoprire la pace.

Everything in the world is about sex except sex. Sex is about power. 

**

Ne riconoscete qualcuna? 















mercoledì 17 giugno 2020

#diariodelgiorno 10 This is me: discovering our own true force

Sì, lo so che vi ho già parlato di The greatest showman, ma sono un po' così, quando mi fisso su qualcosa ci sto giorni e devo approfondire e continuare a parlarne.
Questo atteggiamento è una condizione o identità che ha un nome specifico in inglese: the maven.

Maven is a person with good knowledge or understanding of a subject; they usually become experts and specialists.
Other terms to define a maven are:
a mine of information
authority
boffin (!)
buff (!!)
child prodigy (...)
doyen (?!)
hotshot
lapidary
who knows sth inside out
literati
savant (💖)
skilled
smart money
superuser
virtuoso (🧡💚)
whizz (from whizard!!)
connoisseur (this must be the posh word, as french words are always in english)
master
natural
cognoscenti (from Latin! that is surely the literate word, to use in academic world to have praise and bows)
supremo (too much Dragonball)
wizard (I said it!)
wonder.

No, I haven't finished yet. There are other, more specific words:
academician
historiographer
semiotician
words with -ologist
consultant
demon (💥 as we say: è un diavolo con le macchine)
gourmet (and NOT foodie)
gastronome
grande dame
life coach
lifestyle manager
high priest
dab hand
oenophile (oohhh, poor englishmen having to learn greek)
Renaissance man (a Lorenzo reborn, if I can say)
think tank.
Ok, that's all, according to Cambridge Dictionary.

Well, I'm not glorifying myself, it's the result of a test, so I have positive evidence.
If you are interested, you can find it here
Sparketest - Good Life Project
(If you'll take it, please tell me the result! It's so helpful and empowering, and I'll be so happy to know yours!)

Well, back to the point.
When I find something interesting, I dive deep into it, and can't let go for some time.
Now, I'm in The greatest Showman.

So, I already wrote about Lettie and her path to empowerment.
The actress too made a beautiful path to self-acceptance and discovery of self worth.
I think the most important step is letting go of your fear, of your sorrow, of all the things that calcify your heart and weigh on your shoulders from when you were scarred, beaten, bruised, or burnt...
And that is so evident in their singing.

So evident that it involves everyone, and it helps everyone that sings that song.

This is how Keala became Lettie, and through Lettie she learned her power, her strength, her self-esteem. She learned to be herself. She says it was an otherwordly experience: it's a miracle, a grace, and it flows on everyone there.

Keala Settle singing This is me for the first time in front of the crew


I think that Pentecost was like this.

And that's This is me from The greatest showman reimagined, with Kesha and Missy Elliott. Because beauty expands, bonum diffusivum sui, and love has no other desire but to fulfill itself.

Keala Settle, Kesha, Missy Elliott

May you experience this in your life.

💞💗💞





martedì 16 giugno 2020

#parolamia Come un tesoro prezioso, di Aurora



In questo periodo, caratterizzato da tanto tempo a disposizione, ho deciso di guardare il lungometraggio di Miyazaki "La città incantata". L'ho scelto perché l'avevo già visto in passato, ma non ero riuscita a trarne molti insegnamenti, così ho deciso di rivederlo, mettendomi alla prova e cercando di cogliere aspetti molto più profondi rispetto alla prima volta. 

Sono rimasta molto colpita dalla sceneggiatura e dai personaggi, ma in particolare da Chihiro, una semplice ragazzina (all'apparenza) che si rivela una grande scoperta. Credo che Chihiro nel corso del film abbia sviluppato dentro di sé un senso di consapevolezza molto più forte rispetto all'inizio, perché si rivela una ragazza matura e con dei valori stabili. 
La frase del film che mi ha colpito in modo particolare è: "l'unico bouquet che ho mai ricevuto, ed è un regalo di addio. Quanto è deprimente", perché credo che qui si nasconda l'essenza della protagonista: è costretta ad un trasloco, si trova a dover ambientarsi in un luogo nuovo, ha lasciato tutti i suoi affetti, gli amici e anche la casa in cui viveva. Questa frase è molto triste, perché fa capire che Chihiro non fosse una ragazzina viziata, abituata a regali su regali: l'unico regalo che riceve è un bouquet d'addio, poiché da quel momento lascerà tutto ciò a cui era affezionata. 
Un altro elemento che dimostra la sua maturità, la sua calma e la sua pazienza riguarda il suo rapporto con i genitori. Chihiro tende a non rispondere mai male, a non innervosirsi davanti alle loro frasi poco felici, ma dimostra grande maturità nel tacere e nel non litigare. Spesso i genitori non le danno ascolto, non le danno attenzione quando parla e lei si trova a dover rimediare ai danni che loro hanno fatto. Penso che questo sia molto attuale, dato che viviamo in un'epoca basata sulla tecnologia e sulle relazioni via web. Capita spesso che sia gli adolescenti, in particolar modo, sia i genitori si distacchino completamente da ciò che è la realtà, senza dare ascolto a nessuno, come se tutti vivessero isolati. Ho pensato a questo collegamento perché anche ai giorni nostri noto come molti genitori siano assenti, poco coinvolti nel loro "essere genitori" e invece presi da atteggiamenti adolescenziali, costringendo spesso e volentieri in propri figli a crescere velocemente, per "controllare" che i genitori non commettano qualche guaio. 
In più si nota come Chihiro si trovi a dover crescere velocemente per potersi adeguare al nuovo ambiente. Non è un processo semplice perché, ad esempio, non andrà sempre sempre d'accordo con Kamaji ma lei con costanza, maturità e calma riuscirà ad ottenere il lavoro ai bagni pubblici, impegnandosi ad andare d'accordo con Kamaji. 
Chihiro dimostra inoltre grande fiducia negli altri, ad esempio con Senza Volto, che all'inizio può sembrare un personaggio non buono, ma alla fine si rivela tutto il contrario, dato che cercherà in ogni circostanza di rendere felice la ragazza. 

Questo lungometraggio, secondo me, fa capire che approccio una persona dovrebbe avere alla vita, fatto di gentilezza, pacatezza e fiducia negli altri. Chihiro, nonostante sia una bambina di 10 anni, dimostra tanta saggezza e maturità per la sua età, è un gran traguardo. Spesso, anche nella società odierna, vediamo persone che si appiccicano ad  altre, poca maturità nel compiere azioni di poco gusto; vediamo tanta solitudine, a parer mio, perché ognuno punta a fare del bene solo a se stesso, senza prestare attenzione agli altri, senza dare fiducia agli altri. 
Penso che la fiducia sia molto difficile da conquistare, ma a volte ne vale la pena, perché ci fa vivere in modo più felice, con un sorriso in più, e questo è quello che fa la protagonista. 
I valori che arrivano attraverso questo film dovrebbero far riflettere tutti, perché credo che in questo modo si possa vivere in maniera più serena. Anche il modo in cui vengono trasmessi è molto toccante, perché non vengono espressi esplicitamente, ma vanno compresi e catturati nel corso della storia, per poi custodirli come un tesoro prezioso.

Aurora

10 maggio 2020





#diariodelgiorno 9 Anche Byron può essere amato


Strano come certi poeti che non incontri, per tutta una serie di motivi, alle superiori, poi tornino regolarmente a farti visita nella tua vita. Un po' come certi pittori: ricordo ancora la scoperta di Cosmé Tura e la sensazione che provai, dato che non ricordavo di averne mai sentito parlare e quello stile, quel tratto, quelle figure mi colpivano in modo viscerale. (Andai poi a controllare nel libro di testo: lo avevamo saltato. Una benedizione: il piacere della scoperta fu tutto mio).

Ma oggi è per Byron. Avevo molti pregiudizi su di lui: nobile, dandy, ricco, dalla vita sregolata, non poteva essere più lontano da ciò che mi interessava al tempo dei miei primi incontri con la poesia inglese, per cui anche se lo avessimo diffusamente trattato forse avrei opportunamente rimosso il tutto.
Poi però l'ho incontrato, senza riconoscerlo, citato nei film: ed è la scena in cui Nuanda ne L'attimo fuggente declama i primi versi di She walks in beauty spacciandoli per propri. Poi ne Into the wild c'è la parte iniziale di There is pleasure in the pathless woods, che appare a inizio film.
Quando ho scoperto che le poesie erano entrambe di Byron...ci sono quasi rimasta male.

E così mi sono detta: beh, insomma. Non è poi così pessimo. Un po' involuto su se stesso, sì, ma in realtà anch'io sono così. Un po' prolisso e spesso a un passo dal retorico, ma anch'io sono un po' così. Vanaglorioso, sì, ma ci sono difetti peggiori, e poi oggi chi non lo è? Una vita particolare, e va beh, non sarò certo io a scagliare pietre, del resto è interessante vedere come se l'è cavata! Insomma, si è intrufolato dentro di me con abilità e sottigliezza.

E poi ho trovato un'altra sua poesia in un libro bellissimo, Poesie alla luna illustrate da Gianni De Conno, e così ora tre poesie di Byron fanno parte di me.

Così non andremo più errando
così tardi dentro la notte.
Anche se il cuore ama molto ancora,
e la luna è ancora molto luminosa.
Poiché la spada logora il fodero,
e l'anima logora il petto;
e il cuore deve fermarsi a respirare,
e anche l'Amore deve avere tregua.
Anche se la notte fu fatta per amare,
e il giorno troppo presto torna,
noi non andremo più errando
alla luce della luna.

(traduzione di Beatrice Masini)

There is pleasure in the pathless woods

She walks in beauty




Into the wild: various scenes

E chi se lo sarebbe mai aspettato.

lunedì 15 giugno 2020

#diariodelgiorno 8 Sarò presente lì, di Papa Francesco


Non saremo giudicati per il lusso o i viaggi, ma sui poveri.
"I poveri li avrete sempre con voi" vuol dire: Io sarò sempre con voi nei poveri.



Dall'omelia del 6 aprile di Papa Francesco

Si può leggere l'omelia qui:
Omelia 6 aprile 2020

La parte finale è quella da cui ho tratto le parole sopra. Quando su Rai1 potevo seguire la messa di Papa Francesco da Santa Marta, mi appuntavo le parole che mi colpivano di più, anche perché rispetto ai testi poi pubblicati c'era sempre qualcosa in più o di diverso da cui emergevano la visione di Francesco e la sua umanità.

Ricordo che a Buenos Aires mi avevano detto che l’edificio di una fabbrica abbandonata, vuota da anni, era abitata da una quindicina di famiglie che erano arrivate in quegli ultimi mesi. Io sono andato lì. Erano famiglie con bambini e avevano preso ognuno una parte della fabbrica abbandonata per vivere. E, guardando, ho visto che ogni famiglia aveva dei mobili buoni, mobili che ha un ceto medio, avevano la televisione, ma sono andati lì perché non potevano pagare l’affitto. I nuovi poveri che devono lasciare la casa perché non possono pagarla, vanno lì. È quell'ingiustizia dell’organizzazione economica o finanziaria che li porta così. E ce ne sono tanti, tanti, a tal punto che li incontreremo nel giudizio. La prima domanda che ci farà Gesù è: “Come vai con i poveri? Hai dato da mangiare? Quando era in carcere, lo hai visitato? In ospedale, lo hai visto? Hai assistito la vedova, l’orfano? Perché lì ero Io”. E su questo saremo giudicati. Non saremo giudicati per il lusso o i viaggi che facciamo o l’ importanza sociale che avremo. Saremo giudicati per il nostro rapporto con i poveri. Ma se io, oggi, ignoro i poveri, li lascio da parte, credo che non ci siano, il Signore mi ignorerà nel giorno del giudizio. Quando Gesù dice: “I poveri li avete sempre con voi”, vuol dire: “Io, sarò sempre con voi nei poveri. Sarò presente lì”. E questo non è fare il comunista, questo è il centro del Vangelo: noi saremo giudicati su questo.




#parolamia Non cancellate questo periodo, di Marco

NON CANCELLARE

Ebbene sì, alla fine, forse è andato tutto bene....ma non è tutto finito. 
Con l’avvento dell’estate tutti iniziano a riversarsi nelle spiagge, facendo sembrare questi mesi di quarantena come una macchina del tempo-freezer tra il solare inverno di febbraio e il caldo affannoso di giugno....ma presi dal rancore e dalla repressione di questi mesi, cerchiamo di non cancellare tutto con un aperitivo o un bagno al mare. Dobbiamo ricordare sia le cose belle sia quelle brutte che questo periodo ci ha lasciato. 
Ha lasciato in tutti spunti positivi e negativi sulla propria personalità, sulla propria vita e sulle persone che ci circondano. All’inizio di questa quarantena dissi che il vero dramma di questo periodo era l’amore...e in effetti so, da esperienze dirette di amici, che tante coppie sono scoppiate. Difficile dire il perché siano scoppiate, ma questi mesi hanno posto in tutti noi interrogativi che hanno anche potuto far prendere la decisione di allontanarsi dalla persona amata. 
Quanti danni ha fatto questo coronavirus! Le coppie che sono riuscite a “sopravvivere” a questo periodo, come la mia, quando si rivedranno dovranno ricominciare come la prima volta, riconquistarsi a vicenda e vivere ogni istante fino all’ultima emozione. 
Sembra banale, ma dopo tre mesi senza vedersi sarà per tutti così, e quel giorno sarà il giorno perfetto della “nuova” normalità per vivere e (citando il buon Diodato) per tornare a “fare rumore”. 
Tutti abbiamo il diritto e il dovere di tornare a fare rumore, ma non buttiamo questo periodo, perché noi eravamo vivi e questa insolita esperienza che ci ha segnato, ormai fa parte di noi. Abbiamo vissuto nella storia che studieranno i nostri nipoti e quella storia su cui i nostri futuri figli ci faranno domande. Sarà stato brutto, pesante e difficile per tutti, ma cerchiamo di vedere anche le cose positive: scoprire parti di sé che si erano dimenticate, reinventare la propria quotidianità, apprezzare la famiglia (che spesso, per i ritmi di questa vita che ha sempre fretta, trascuriamo), scoprire nuove amicizie o consolidarle, aumentare la complicità con il o la partner...
Cercate dentro ognuno di voi e troverete le cose positive, non cancellate questo periodo. 
Come dice Fiorella Mannoia nella canzone “Che sia benedetta” per quanto assurda e complessa ci sembri, la vita è perfetta: in questa assurdità tutti noi ci siamo migliorati, io voglio vederla così. 
Concludo usando sempre le sue parole: chi riparte da zero perché niente finisce quando vivi davvero, perché tutti noi ripartiamo da zero, ma nulla è finito, è stato solo congelato....quindi con forza e coraggio ripartiamo più forti e consapevoli di prima!

Marco 

3 giugno 2020









domenica 14 giugno 2020

#diariodelgiorno 7 An ode to diversity and empowerment

Yesterday I have told you a little bit about The greatest showman. This film is about love, diversity, acceptance and strength. There are moving scenes: the lady with the orribile face who is the only one so kind and gives an apple to the young P.E. Barnum, the crippled boy who finally discovers that there are others like him, and they are happy and rich in powerful qualities, and most of all the incredible song of the bearded lady...

I am brave, I am bruised
I'm not scared to be seen
I make no apologies
This is me

From The greatest showman

This is me


Keala Settle in this stunning performance


I’m not a stranger to the dark
Hide away, they say
‘Cause we don’t want your broken parts
I’ve learned to be ashamed of all my scars
Run away, they say
No one will love you as you are
But I won’t let them break me down to dust
I know that there’s a place for us
For we are glorious
When the sharpest words wanna cut me down
I’m gonna send a flood, gonna drown them out
I am brave, I am proof
I am who I’m meant to be, this is me
Look out ’cause here I come
And I’m marching on to the beat I drum
I’m not scared to be seen
I make no apologies, this is me

Oh-oh-oh-oh
Oh-oh-oh-oh
Oh-oh-oh-oh
Oh-oh-oh, oh-oh-oh, oh-oh-oh, oh, oh
Another round of bullets hits my skin
Well, fire away ’cause today, I won’t let the shame sink in
We are bursting through the barricades
And reach above the sun (we are warriors)
Yeah, that’s what we’ll become
Won’t let them break me down to dust
I know that there’s a place for us
For we are glorious
When the sharpest words wanna cut me down
Gonna send a flood, gonna drown them out
I am brave, I am proof
I am who I’m meant to be, this is me
Look out ’cause here I come
And I’m marching on to the beat I drum
I’m not scared to be seen
I make no apologies, this is me
Oh-oh-oh-oh
Oh-oh-oh-oh
Oh-oh-oh-oh
Oh-oh-oh-oh
Oh-oh-oh, oh-oh-oh, oh-oh-oh, oh, oh
This is me
And I know that I deserve your love
There’s nothing I’m not worthy of
When the sharpest words wanna cut me down
I’m gonna send a flood, gonna drown them out
This is brave, this is proof
This is who I’m meant to be, this is me
Look out ’cause here I come (look out ’cause here I come)
And I’m marching on to the beat I drum (marching on, marching, marching on)
I’m not scared to be seen
I make no apologies, this is me
(Oh-oh-oh-oh, oh-oh-oh-oh, oh-oh-oh-oh)
I’m gonna send a flood
Gonna drown them out
(Oh-oh-oh, oh-oh-oh, oh-oh-oh, oh, oh, this is me)


sabato 13 giugno 2020

#diariodelgiorno 6 The greatest showman, a celebration of humanity



Ho sempre fatto un po' di fatica con i musical. Non mi prendono. Mi annoio. Non mi viene da cantare e ballare. Tranne Sette spose per sette fratelli e Moulin Rouge, non sono MAI riuscita ad arrivare oltre il ventesimo minuto (no, neanche per La La Land).
Ma oggi ne ho trovato uno che mi ha catturata!
Ed è così ricco di perle di riflessione e...empowerment! Oh, perdonate l'anglismo, ma non ha senso vederlo in italiano, guardatelo in inglese con i sottotitoli in inglese. ❤️💖

From the greatest showman

Never enough

Una tra le tante recensioni



giovedì 11 giugno 2020

#diariodelgiorno 5 Ridere

Non si vive senza ridere.
L'ironia davvero spesso salva la vita, come canta Fiorella Mannoia, e, come dice Jessica Rabbit, ti innamori di un uomo che ti fa ridere.
Perciò ecco un po' di "risorse per ridere".

Feudalesimo e libertà su Instagram

MalEdizioni su Instagram

I discorsi di Chewbecca su Instagram

Se i social network fossero sempre esistiti su Facebook

Comune di Bugliano su Facebook

Sono aperta a suggerimenti, eh!

😀😁😊😄😃😆😅😇😈😉😍😎😂




mercoledì 10 giugno 2020

#parolamia Superare le proprie paure ed essere felici, di Flavia

Sophie e Calcifer in una delle scene finali 



Il lungometraggio che ho scelto è Il castello errante di Howl. 
Ho visto quasi tutte le opere di Miyazaki e mi sono piaciute tutte, ma Il castello errante di Howl è sicuramente una delle mie preferite in assoluto! L’ho visto più volte a distanza di mesi e anni e ogni volta, crescendo, coglievo cose diverse rispetto alla volta precedente. 
La storia l’ho trovata originale, non avevo mai visto un film o letto un libro simile e per questo motivo lo guardo sempre volentieri. 
Mi ha sempre incuriosito il castello di Howl, una struttura che da fuori sembra un grande ammasso di rottami trasportato da gambine sottili sottili, mentre dentro ha l’aspetto di una confortevole casa. Mi affascinano anche i paesaggi delle lande che si intravedono nel corso della storia, intriganti, pacifici e a volte misteriosi. 

Quello a cui però sono più legata sono i personaggi. E’ davvero difficile sceglierne uno perché hanno tutti personalità diverse o comunque dei tratti che li rendono “speciali”: Calcifer, il cuore della casa, all’inizio un po’ scontroso, ma che piano piano si addolcisce, così come Markl, il giovane apprendista di Howl; lo spaventapasseri (detto anche “testa di rapa”) che sin dal primo momento aiuta Sophie, per poi continuare a proteggerla lungo tutta la storia.  

Sicuramente, però, il personaggio a cui sono più affezionata, forse perché per certi aspetti mi assomiglia, è Sophie. Una ragazza dai modi semplici, dolci e gentili, che è stata trasformata a causa di una maledizione in una vecchietta e da quel momento è iniziata la sua vera vita. 
La vecchiaia, che tanto ci spaventa e mi spaventa, ha portato Sophie, senza troppo angosciarsi e chiudersi in se stessa, a lasciare il suo paese, la sua famiglia, la sua vecchia vita, per iniziare un viaggio anche troppo faticoso per una signora di 90 anni. 
Mi ha fatto sorridere la scena in cui Sophie, entrata nel castello di Howl, ha iniziato a modificare “l’equilibrio” che si era creato prima del suo arrivo tra gli abitanti della dimora. Lei, infatti, determinata e pragmatica, inizia a fare le pulizie a cui quella casa non era stata mai sottoposta. Poi fa la conoscenza di Calcifer, Markl e ovviamente Howl. Tutti si affezionano a lei e viceversa. Sophie ha tante attenzioni tenere, tipiche di una vera mamma, verso di loro e anche nei confronti della sua nemica, la strega delle lande, e si preoccupa costantemente della loro salute e vita. Questo sicuramente è l’aspetto del suo carattere più nobile e determinante nel corso della storia. 

Poi c’è anche Howl; conoscerlo a fondo è più difficile perché si rivela pian piano lungo la narrazione. Lui introduce al tema della guerra, che rimane sempre come sfondo nel corso del film. 
Nella casa di Howl per accedere alla guerra si deve passare dalla porta d’ingresso che conduce a quattro posti differenti. Quindi la guerra è un mondo a sé. 
Howl prima di iniziare a combattere si trasforma e prende le sembianze di un uccello. Non solo cambia aspetto, ma anche il modo di comportarsi: è più misterioso, scontroso e più incline ad isolarsi. Per lui, inoltre, è sempre più difficile ritrasformarsi in umano. Nonostante ciò, continua a lottare per porre fine a questa logorante guerra perché finalmente ha trovato un motivo per combattere: Sophie. 

Il finale poi! Ci viene mostrato il nuovo castello più accogliente e adatto ad accogliere la nuova famiglia poco convenzionale; ci viene mostrato l'amore inevitabile ed estremamente dolce tra Sophie e Howl, che è davvero una ciliegina sulla torta per una inguaribile romantica come me. 

Quest’opera sicuramente non è solo una storia di fantasia, creata per intrattenere, ma trasmette valori come l'importanza dell’amicizia e soprattutto dell’amore. Proprio grazie a questi valori i protagonisti riescono a superare le proprie paure ed essere felici. Ciò non è mai scontato, perché in momenti estremamente difficili come può essere una guerra, o nel nostro caso una pandemia e più in generale situazioni problematiche, l’amore e l’affetto delle persone care sono l’unica cosa che può salvarci.

Flavia

3 giugno 2020


Il castello "volante" di Howl



#diariodelgiorno 4 Di armature, corazze e scambi equivalenti

Ho promesso ad una classe un post sui cartoni animati giapponesi in classroom, che poi non ho fatto. Cerco di rimediare qui, con qualche parola al giorno.

Come vera figlia degli anni Settanta, ho una visione del mondo e dei riferimenti culturali che sono stati indelebilmente influenzati dai cartoni animati giapponesi. Il mio Super-Io continua a operare secondo quei parametri, nonostante anni di tentativi d'imparare il laissez-faire; e quando il tuo Super-Io ha in mente Mimi Ayuhara che per migliorare nel bagher usa le catene ai polsi, è un casino grosso.

Ma già grande ci sono stati due anime che mi hanno stupita particolarmente perché, ad un certo momento del racconto (che tra l'altro in nessuno dei due casi ho proseguito oltre questo punto fatidico), c'è stata una frase che ha riassunto il significato dell'opera per me e che mi ha dato ciò che probabilmente in essa cercavo o stavo aspettando.

La prima frase è: "Quella degli EVA non è un'armatura protettiva, ma una corazza contenitiva".
Me la sono portata dietro, questa frase, e mi ha sempre ricordato che quando scegliamo di indossare un'armatura di difesa, ci stiamo anche contenendo. Va benissimo, perché a volte ne va della tua sopravvivenza, ma non sei tu. E non lo deve diventare, perché a volte indossare un'armatura diviene  un habitus talmente impresso da ostacolare qualsiasi condivisione vera. Non puoi imbrigliare la tua identità e la tua ricchezza per sempre per non essere ferito.

La seconda frase è: "Abbiamo imparato il principio dello scambio equivalente e su di esso si basa la nostra vita. Per ricevere qualcosa, devi dare in cambio qualcosa di uguale valore. Ma perché deve essere così? Perché non si può ricevere qualcosa così...gratis?"
Questa è una frase di Full Metal Alchemist e la pronuncia il personaggio che mi è sempre sembrato più insipido (vedi mo'). Ed è l'essenza del cristianesimo. L'amore di Dio è gratis. La salvezza è gratis. Non ce la dobbiamo pagare, guadagnare: siamo già amati prima. Che in un anime giapponese si arrivi a comprendere questo concetto, anche solo in forma embrionale e lontana da qualsiasi possibile nomina della parola Dio, mi sembra un dono di grazia, perché apre a riconoscere la gratuità e a viverla.
Ed è straordinario che in un'opera si formuli la distruzione del principio di base dell'opera stessa, quello che ha portato avanti la narrazione e la dinamica degli eventi per tutta la serie.
Noi esseri umani siamo straordinari.

Full Metal Alchemist






martedì 9 giugno 2020

#diariodelgiorno 3 Parole speciali

Ci sono parole speciali, quando le trovi le riconosci.
Ricordo con tenerezza le parole che mia sorella amava da piccola: patchouli, tracagnotto...
Poi ci sono quelle che portano mondi con sé, e storie legate alla tua vita, alle tue passioni, ai profumi che non hai dimenticato, alle città in cui hai vissuto, ai libri nei quali hai preso dimora per un po' di tempo.
Una di queste è zagara.

Zagara, da Una parola al giorno



"Un mese dopo il ragazzo e la cagna galoppavano per le vie di Gerusalemme, sconosciuti l'uno all'altro ma legati da una corda, come se non volessero ammettere di essere davvero insieme eppure cominciassero a imparare, come per caso, piccole cose l'uno dell'altro: il modo di drizzare le orecchie nei momenti di eccitazione, il tonfo delle scarpe sul selciato (...).
Un cortile ampio.
Ricoperto di candida ghiaia.
Filari di alberi da frutto.
Un edificio in pietra rotondo, imponente e massiccio."
David Grossman, Qualcuno con cui correre

"Rabbi Chiyà iniziò a dire: "Tu ti ammanti di luce, come se fosse un drappo, stendi i cieli come una cortina" (Sal 104,2). La spiegazione è questo verso è la seguente: quando il Santo, che benedetto egli sia, creò il mondo, si ammantò della loro luce primitiva e con essa creò il cielo".
Zohar. Il libro dello splendore, a cura di Elio e Ariel Toaff
(La nota alla frase spiega: "Nello schema delle sephirot, la "luce primitiva" corrisponde a chesed, l'amore, mentre il cielo corrisponde alla sfera della gloria, tipheret, o della pietà, rachamim". Al di là della complessa simbologia mistica, le parole cui il testo rimanda esprimono un concetto chiave molto semplice: tutto è opera di amore.)

Nel film Yentl è un momento bellissimo quello in cui la protagonista recita il versetto Sono rivestita di luce come di un drappo.

E qui per ora finisce la catena dei pensieri da zagara.

Fotogramma da Yentl





lunedì 8 giugno 2020

#parolamia Terrò sempre vicine le cose essenziali, di Maria Sole



Malva sylvestris


Sono varie le parole che più mi rimandano a questa quarantena, non riuscirei a trovarne solo una perché i giorni passati in casa sono stati innumerevoli, ben tre mesi.

Tornando indietro con la mente all’otto marzo, la prima cosa che mi salta in mente è la paura: la mia non era paura della malattia o di contrarla, quanto piuttosto dell’ignoto e quindi di tutto ciò che ancora non conoscevo. Erano poche e imprecise le notizie in nostro possesso e all’istante il mio pensiero è andato ai miei nonni e all’impossibilità che avevo di proteggerli: è ormai da metà febbraio che non li vedo, perché nonostante abitino vicino, risiediamo in due differenti comuni, io sotto Montiano e loro sotto Cesena. Quanto avrei desiderato in quei giorni abitare a Cesena, solo per vederli da lontano e chieder loro come stavano. Purtroppo, però, non mi era concesso e, seppur io desiderassi constatare con i miei occhi che stessero bene più di ogni altra cosa, non ho infranto alcuna regola. 
Un’altra mia paura era che, da un giorno all’altro, uscissero notizie sempre peggiori riguardanti il numero di contagi.

Ahimè, forse per il mio fare un po’ pessimista, tutt’oggi la paura mi accompagna: invidio coloro che credono che dal 18 maggio siamo tornati alla normalità, alla vita frenetica e spensierata di qualche tempo fa, ma io non riesco proprio a rientrare in questa categoria.

Ho voglia di vedere i miei amici, ma spero di ritrovarli più consapevoli di prima e non troppo ottimisti o pieni di false speranze, perché in un solo secondo potremmo tornare all’assoluta reclusione che abbiamo vissuto per due mesi. 

Un’altra parola che mi viene in mente è pensiero, perché è dai pensieri che nasceva la mia paura. 
La riflessione è stata la mia migliore amica, una compagna in grado di risollevarti e talvolta la mia peggior nemica, che non faceva altro che riempirmi la testa di pensieri, preoccupazioni e tirarmi giù di morale. Pensare può aiutare, ma può anche consumare.  
Il pensiero che più mi ha tormentata era come avrei fatto a resistere così tanto tempo in casa, senza vedere e abbracciare alcuna persona se non i miei familiari. Quell’otto marzo, anche se sembra esagerato, mi è scoppiato il cuore a causa della tristezza. Mi tornava alla mente la sera prima del lockdown trascorsa con le mie più care amiche e i rimorsi di non essermela goduta appieno.
Credo che un po’ tutti coloro che hanno trascorso la quarantena, quest’estate, si godranno ogni serata come fosse l’ultima. 

La terza parola che mi rappresenta è attesa, di novità, di notizie positive, di dati in calo, ma anche attesa di un ritorno ai bei tempi in cui frequentare il liceo era un peso, allenarsi era un passatempo e uscire un piacere. Divertirsi è un privilegio di cui mi sono in parte dimenticata, che sono sicura non darò più per scontato. 

Infine, la parola principale è essenziale: lungo queste settimane, seppur forse sia scontato ripeterlo, abbiamo sperimentato l’essenzialità. Le cose per me essenziali sono poche, ma attribuisco loro un’enorme importanza e da oggi in poi le terrò sempre vicine. 

Maria Sole

24 maggio 2020



In preparazione al mazzolino di San Giovanni...

Adesso, di Mariangela Gualtieri

 Adesso è forse il tempo della cura. Dell’aver cura di noi, di dire noi. Un molto largo pronome in cui tenere insieme i vivi, tutti: quelli ...