SCUOLA. Ho scelto come prima la parola “scuola”,
perché è stata innegabilmente parte della quotidianità di studenti e insegnanti
fino ad ora, attraverso il metodo della didattica a distanza, che è molto
efficace per proseguire con il programma lasciato incompleto prima del
lockdown. È quindi un po’ come andare lo stesso a scuola: si studia più
autonomamente, attraverso le videochiamate si ritrova ancora il confronto con
gli insegnanti… Eppure, questo tipo di didattica non è proprio come andare a
scuola: la scuola è presenza, partecipazione, è uno scambio continuo e diretto
tra alunni e insegnanti ma anche tra compagni di classe. Rimanendo a casa è un
po’ andato perduto quel senso di essere presenti, di stare in classe e lavorare
assieme. Questo elemento l’ho un po’ ritrovato nelle videochiamate con alcuni
compagni di classe: si studia e si svolgono i compiti insieme, si scambiano
opinioni sulle lezioni e si coopera per completare alcuni progetti. Sicuramente
però ritrovarsi tutti assieme nello stesso luogo ha un altro effetto: basti
pensare solo come l’ultimo giorno di scuola tutti gli studenti si riuniscano
per festeggiare la fine di un anno di impegno, studio e fatiche
collettivamente, anche se non ci si conosce…
MUSICA. Come seconda parola ho
scelto “musica”, in quanto ho sempre dato alla musica grande valore. Adoro
ascoltare musica, di tutti i generi: dal pop al rock, dall’hip hop al R&b,
dal jazz al soul, da musica alternativa a quella classica… Proprio perché sono
sempre stata appassionata di musica, all’età di 6 anni ho iniziato a prendere
lezioni di flauto traverso, poi dopo 6 anni di percorso ho deciso di
interrompere i miei studi, perché mi sono resa conto di non essere più
appassionata come una volta allo strumento. Nonostante ciò, ho sempre visto
suonare e ascoltare musica come una valvola di sfogo, un momento di libertà e
leggerezza in cui posso semplicemente abbandonarmi alla musica e godermi ogni
sfumatura, ogni nota. Per questo anche durante questa quarantena ho ascoltato
tantissima musica, scoprendo artisti differenti e ascoltando le loro canzoni;
inoltre ho anche avuto l’occasione di vedere quasi interamente la livestream di
“One World: Together at Home”, evento curato dalla cantante Lady Gaga e che
aveva come obiettivo quello di raccogliere denaro per il Fondo di risposta
solidale per il Covid-19 dell’OMS. Si sono alternate esibizioni di cantanti
molto celebri come Stevie Wonder, i Rolling Stones e Paul McCartney e cantanti più conosciuti dai teenager come Billie Eilish. Lascio il link di
Andrea Bocelli, Celine Dion, Lady Gaga, Lang Lang e John Legend che hanno
regalato un’esibizione inedita del brano “The Prayer”.
SPERANZA. Ho scelto “speranza”
come terza parola, perché credo che sia quello che accomuna un po’ tutti noi.
La speranza che tutto questo finisca, e di vedere i malati guarire, di
osservare il numero di contagi diminuire… ma anche la speranza di rivedersi,
riabbracciarsi e di ritornare alle nostre vite di prima. La speranza è ciò che
ci dà forza, è il motore che ci spinge verso il futuro, è la luce che illumina
il nostro cammino: chi non ha speranza, ha già perso in partenza. La mia
speranza è quella di ritornare alla normalità più consapevoli della nostra
caducità e della nostra fragilità, anche in termini ambientali. Spero, insomma,
che questa quarantena ci abbia insegnato un’importante lezione: il rispetto
verso gli altri esseri viventi e la natura che ci circonda.
ATTESA. “L’attesa del piacere
è essa stessa il piacere”, questa è una frase di Gotthold Ephraim Lessing e
anche durante questo periodo di quarantena ho avuto la riprova di quanto sia
vera. L’attesa può essere snervante, stancante e lunga, ma io l’ho sperimentata
più come una promessa da mantenere, una sorta di garanzia che tutto sarebbe
ritornato alla normalità, quindi l’ho vissuta con molta tranquillità. Quando
finalmente ci è stata data la possibilità di uscire di nuovo, ho rivalutato
come importante anche la più semplice passeggiata per le strade deserte di
Pinarella, il più tranquillo giro in bici. È proprio vero che quando qualcosa
ci viene tolto, non ne realizziamo il vero valore finché non ci viene
restituito. Per questo ritengo che l’attesa sia stata un elemento importante di
questa quarantena: ha permesso ad alcuni di occuparsi di tante cose diverse e
scoprire nuove passioni nell’attesa di poter ritornare alla propria vita di
prima. Se per alcuni questa attesa è stata un momento di ansia e incertezza,
altri da un momento apparentemente negativo sono riusciti a far sbocciare un
fiore.
Lo scrittore e filosofo tedesco Gotthold Ephraim Lessing
Camilla
26 maggio 2020
Fiore di mughetto (Convallaria Majalis: fiore delle valli, di maggio). Secondo alcuni sarebbe il mughetto il "giglio delle valli" di cui parla il Cantico dei Cantici, vedi https://www.avvenire.it/agora/pagine/le-10-piante-della-bibbia |
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