Tra le tante parole che
mi sono passate per la testa in questo periodo ne ho scelte quattro, che
secondo me sono le più adatte a descrivere come ho vissuto questa quarantena.
La prima parola che ho scelto per descrivere la mia quarantena è silenzio.
In questo momento infatti mi sono ritrovato a vivere in un silenzio quasi
surreale, in una quiete che ha lasciato spazio alla riscoperta del mondo
che mi circonda, alla riscoperta degli affetti, delle amicizie e di tutte
quelle cose che molto spesso davo per scontate, per “ordinarie”.
Inoltre ho
avuto modo di fermarmi a pensare ai momenti belli e brutti che ho
trascorso in passato, guardandoli da un punto di vista diverso, da un'altra
prospettiva, ho avuto modo di pensare al presente che stiamo vivendo e al futuro,
a come le cose saranno quando si inizierà a tornare alla normalità, con la speranza
che tutto ciò che abbiamo visto, tutto ciò che abbiamo riscoperto non venga
dimenticato troppo in fretta.
Ho pensato di allegare
questa poesia, certo notissima, perché secondo me rappresenta bene
come ho vissuto e sto vivendo questo momento.
L’ Infinito
Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare.
Giacomo Leopardi
In
questo momento mi sono trovato anche io davanti ad una siepe, la quarantena,
che mi ha “separato” dalla vita di tutti i giorni, dalla vita “normale”. Come
Leopardi, quindi, mi sono seduto davanti a questa e, immerso nel silenzio, ho pensato all’infinito della mia vita passata e futura.
Lorenzo
8 maggio 2020
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Immagine tratta da libriantichionline |
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Lilium |
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